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«Tu sei stato per noi un tifoso, un amico e il padre di una grande famiglia. Purtroppo, come un soffio di vento te ne sei andato, lasciando un vuoto enorme». È solo una parte del saluto commosso, smarrito, tristissimo che i giocatori della prima squadra hanno rivolto durante le esequie del 12 Luglio a Daniele "Lele" Billo, uomo tuttofare del Locara Calcio, «cuore pulsante, esempio vivo di valori quali il sacrificio, la gioia e il rispetto». Lele è mancato all'improvviso per gli effetti di un grave attacco d'asma -malattia di cui soffriva da tempo ma della quale non si era mai lamentato in pubblico -il 6 luglio, ad un mese dal ritiro con la squadra che lui considerava la sua vacanza. Perché sebbene Lele avesse una famiglia che amava, il padre Giocondo e i fratelli Davide e Michela, la sua seconda famiglia era il campo da calcio in via Negri, a Locara. Saliva in auto e si recava al campo tutti i pomeriggi, una volta tornato dal lavoro. Tagliava l'erba, - «gli avevamo appena acquistato un trattorino nuovo per fargli fare meno fatica», ricorda commosso il presidente del Locara Calcio Mario Frigotto - puliva gli spogliatoi, preparava attrezzature e faceva ordine in vista della partita della Domenica.

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Per lui il Locara Calcio era lo sfogo, il divertimento, l'amicizia. E per il Locara Calcio Lele era davvero tutto: una persona buona, disinteressata e insostituibile. «Saremo in campo il 25 agosto per il Trofeo Veneto e lo ricorderemo», afferma il presidente. «Intanto abbiamo affisso dietro alla nostra panchina uno striscione che lo ricorda per averlo sempre vicino a noi durante le partite».

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«Era unico, la sua generosità era infinita», ricorda ancora Frigotto. «Lavava perfino le scarpe ai giocatori. Per un periodo gli dissi di non farlo perché avevo constatato lo scarso impegno e la poca voglia di sacrificarsi dei ragazzi. Lui ce la fece solo per pochi giorni, poi mi chiese di riprendere perché non voleva fare loro un simile torto. Li amava davvero come figli». Infatti, fra i vari messaggi d'addio letti in chiesa durante il toccante rito funebre, uno diceva: «Ci hai coccolati come dei bambini».
Aveva iniziato da piccolo a giocare a calcio nel Locara Billo, poi però aveva capito che non era "tagliato" per fare il calciatore. Dopo anni di tifo appassionato per l'Hellas Verona, nel 1996 si era riavvicinato alla società, affiancando Mario Frigotto nel direttivo. Da allora non se n'è più andato.

E chi se lo dimentica Lele, con la sua affermazione: «La sè dura ancò», che voleva esorcizzare le difficoltà della gara. Perfino il presidente della Leonicena Calcio a 5 ha voluto rendergli omaggio, dato che aveva dato i primi calci al pallone proprio nella società biancazzurra. «Ho avuto l'onore e il privilegio di conoscere il buon Lele, ha lavato anche le mie maglie e le mie scarpe, spesso ha lavato i miei malumori e le mie mancanze. Aveva sempre una parola buona, mai un momento di tristezza, una presenza costante e buona», ha detto Giulio Cosaro.
Lele il generoso è stato altruista fino in fondo. Anche se non era un atleta, il suo fisico era in ottima forma, asma a parte. Iscritto fin dalla giovane età all'Aido, ha donato ben 9 fra organi e tessuti. Un rene è andato a Parma, un altro a Genova, il pancreas è andato a Milano, il fegato a Torino, le cornee a Mestre, le valvole cardiache a Treviso, tessuto epidermico al Centro ustioni di Verona, alcuni frammenti ossei all'Oncologia pediatrica e i legamenti alla Chirurgia sportiva. «La sua donazione multipla è un vero record per il nostro territorio», sottolinea il presidente dell'Aido di San Bonifacio Giancarlo Dalla Tezza. «Molte persone, almeno una quindicina, avranno una maggiore speranza di vita o, addirittura una guarigione, grazie a lui. Troveremo il modo di ricordarlo perché è stato un uomo di cuore grande e dall'attenzione verso i bisognosi».

Lele sul suo trattorino.

Tagliare l'erba del campo sportivo

era una delle sue tante attività

all'interno del Locara Calcio

Billo Daniele (11.07.1967 - 06.07.2019)

Il Locara ricorda «Lele» aiutando i piccoli malati (22.12.2019)

Un «papero» di nome Lele per i bambini in difficoltà della pediatria del day hospital oncoematologico e della terapia intensiva neonatale degli ospedali «San Bortolo» di Vicenza e del «San Bassiano» di Bassano del Grappa: con una donazione alla Onlus «Vicenza for children» la prima squadra del Locara Calcio ha voluto tenere viva la memoria di Daniele Billo. «Lele» perchè tutti lo conoscevano così, si è spento lo scorso luglio, alla vigilia dei suoi 52 anni: dal 1996 era entrato nello staff del Locara calcio mettendosi al fianco di Mario Frigotto e della moglie Gabriella, disposti a rifondare la società e avevano assunto la carica di presidente e segretaria. Da allora gli ambienti biancoazzurri erano diventati la seconda casa e la seconda famiglia di Lele finito con l’essere il punto di riferimento per tutti i calciatori del Locara. Generoso e sempre disponibile, Lele si era iscritto all’associazione dei donatori di organi trasformando così la fine della sua «partita» in vita per almeno sei persone che, in vari angoli d’Italia, hanno ricevuto i suoi organi. I ragazzi della prima squadra del Locara calcio, che disputano il campionato di seconda categoria, hanno voluto far tesoro di questa testimonianza adottando un «papero» e dandogli il nome di Lele: il papero è simbolo scelto da «Vicenza for children» per riunire le donazioni da parte di chi vuole rendere meno difficoltoso, per le famiglie più fragili, il percorso di cura dei loro bambini garantendo la possibilità di servizi o di strumenti per gli ospedali. Grazie alla donazione dei calciatori sarà garantito per due anni il sostegno delle spese mediche di un bambino del reparto pediatria dell’ospedale «San Bortolo» di Vicenza. «Un piccolo gesto», sottolinea la dirigenza del Locara , «che dimostra la vicinanza al sociale del calcio Locara per continuare a fare il bene che Daniele Billo ha sempre fatto verso il prossimo».

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I giocatori della prima squadra ricordano Lele ad ogni partita giocata in casa.

Lele era il loro accompagnatore sempre pronto ad aiutarli, incitarli ed assisterli.

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